Amanita Design ha legato il suo nome a uno dei migliori puzzle game Mac (e poi anche iOS) degli ultimi anni: Machinarium. In quel gioco era quasi tutto ben riuscito, dalla caratterizzazione del personaggio principale alle atmosfere del mondo robotico, dalla difficoltà dei rompicapo sparsi per il nostro percorso alla grafica. Ora Amanita prova a ripetere il successo di quel titolo con Samorost 3, approdato da poco sull’App Store.
Il numero 3 che accompagna Samorost indica correttamente che si tratta del terzo titolo della serie ma questo non ha tecnicamente quasi nulla a che vedere con i precedenti e mostra invece molto dell’eredità tecnico-grafica di Machinarium in salsa iOS. La differenza è che qui la storia di fondo è meno articolata, a vantaggio di un’impostazione potenzialmente più “casual” per il gioco stesso, i cui livelli sono più slegati e indipendenti.
In Samorost 3 la storia del protagonista ha solo il ruolo di fil rouge tra i vari mondi del gioco. Le prima fasi ci avviano alla nostra esplorazione e ci danno gli strumenti per comprenderne il gameplay, che è un misto di esplorazione e puzzle game. L’esplorazione è molto guidata e in ogni schermata è quasi subito chiaro dove si può e deve andare. Il puzzle game è preponderante, dato che troviamo un rompicapo da risolvere quasi in tutte le schermate ed è essenziale, per andare avanti nel gioco, superarlo. A volte sono rompicapi semplici e a volte molto più complessi, di sicuro non sono mai banali.
Samorost 3 deriva da Machinarium il meccanismo degli aiuti sparsi per il gioco. Sono tutti in un “volume” consultabile in ogni momento a patto di sbloccare la sua copertina, che contiene anch’essa un piccolo puzzle o minigioco. Superato questo, un fumetto descrive graficamente cosa fare.
Una parte importante della piacevolezza di Samorost, che non a caso Amanita definisce come il suo progetto più ambizioso, sta nel contemplare i paesaggi e la cura grafica con cui sono stati realizzati. Molto di quello che ci circonda è interattivo anche quando non è funzionale al gioco e perderselo sarebbe un peccato. Quindi non pensiamo solo ai puzzle da risolvere.
