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Parallels Desktop 8

Il tema della virtualizzazione di altri sistemi operativi in ambiente OS X si è da qualche anno stabilizzato su alcune direttrici ben definite: la strada “integralista” di Boot Camp è poco seguita, soprattutto perché richiede un riavvio del Mac, mentre le soluzioni commerciali di riferimento (Parallels Desktop e VMware Fusion) si assomigliano molto e si sfidano ormai su dettagli, più o meno importanti. Ci si aspettava che l’arrivo di Windows 8 cambiasse questo equilibrio, ma entrambe le piattaforme – come descriviamo in queste pagine e abbiamo già visto nel test di Fusion 5 pubblicato di recente su Applicando – non hanno mostrato problemi davvero rilevanti nella gestione del nuovo sistema operativo Microsoft. Semmai, Parallels ha colto l’occasione del passaggio dalla versione 7 alla 8 per affinare alcuni dettagli che non ne rivoluzionano l’utilizzo ma lo rendono nel complesso più efficace di prima.

Partenza familiare
All’avvio, chi ha già familiarità con Parallels Desktop non trova nulla di nuovo nelle procedure di creazione di una macchina virtuale, Windows o altro che sia. Si dà un po’ per scontato che Parallels Desktop si usi per eseguire applicazioni Windows e quindi troviamo in buona evidenza le opzioni relative, in primo luogo la possibilità di migrare a una macchina virtuale la configurazione di un Pc Windows esistente. L’altro sistema operativo in evidenza è Ubuntu, di cui esiste una procedura guidata che va dallo scaricamento della distribuzione alla configurazione della relativa macchina virtuale, ma anche questa non è una novità. Per le installazioni ex novo completano la gamma delle opzioni Chrome, Android e Mountain Lion, mentre resta la possibilità di recuperare una macchina virtuale esistente.

Tutto quindi è guidato e le varie macchine virtuali vengono configurate con le opzioni più sensate in base al sistema operativo ospite e al Mac su cui gireranno. Le configurazioni possono essere ovviamente cambiate e, nel caso specifico di Windows, andrebbero effettivamente ottimizzate per regolare lo scambio dei dati fra gli ambienti operativi e il comportamento di Windows quando scegliamo di operare a schermo intero o in modalità Coherence, ossia con le applicazioni Windows slegate dal desktop del loro sistema operativo come fossero applicazioni Mac. Comunque, gli utenti meno esperti possono usare le macchine virtuali con le impostazioni di default senza problemi.

Le novità per Windows
La nuova versione di Parallels Desktop, come anticipato, non cambia la sua impostazione di fondo nella gestione delle macchine virtuali Windows. La novità più importante per chi le usa, a parte il supporto a Windows 8 su cui torneremo più avanti, sta nel supporto ad alcune funzioni specifiche di OS X 10.8 Mountain Lion, che “passano” alle macchine virtuali Windows realizzando una piena integrazione fra il sistema operativo host (OS X) e quello virtualizzato. Chiaramente questo “plus” non viene sperimentato da chi usa ancora versioni di OS X precedenti, ma si suppone che la maggioranza degli utenti Mac interessati alla virtualizzazione abbia già effettuato l’aggiornamento.

Tra le funzioni supportate c’è innanzitutto il Centro Notifiche, dove troviamo non solo gli avvisi di Parallels Desktop in sé ma anche quelli delle istanze virtualizzate di Windows. L’opzione è più o meno utile a seconda di quanto usiamo Windows nel quotidiano, evidentemente lo è di meno se la virtualizzazione ci serve per eseguire poche applicazioni mirate (il caso tipico è Office) e lo è di più se invece manteniamo un ambiente Windows in uso costante insieme a OS X.
Parallels Desktop “passa” alle macchine virtuali Windows anche la funzione di dettatura integrata in Mountain Lion, in maniera trasparente: funziona allo stesso modo ma ha come destinazione l’applicazione Windows attiva in quel momento. In generale Parallels Desktop 8 vede una integrazione davvero trasparente fra l’interfaccia di OS X e quella di Windows, nell’ottica adottata da qualche versione (dall’arrivo della modalità Coherence in poi) secondo cui l’utente, specie quello meno smanettone, non deve sperimentare differenze tra un’applicazione nativa Windows e una OS X. Ecco quindi che tra OS X e Windows “passano” in maniera fluida i comandi del mouse, gli elementi copiati negli Appunti, le connessioni agli elementi di rete e ai dispositivi esterni, le cartelle condivise e via dicendo. All’opposto, nelle Preferenze della singola macchina virtuale c’è l’opzione “Isolare Mac da Windows” che separa nettamente i due ambienti per quanto riguarda la condivisione di dati, cartelle e connessioni: serve a evitare che un sistema operativo compromesso da un attacco “contagi” anche l’altro.
Infine, un dettaglio piccolo ma interessante. Dopo l’installazione di una macchina virtuale Windows, Parallels Desktop installa in Safari una piccola estensione/pulsantino “Apri in Internet Explorer”. Quando stiamo visitando un sito Internet che crediamo Safari non stia rendendo nella maniera voluta da chi l’aveva creato, cliccando quel pulsantino viene lanciata la macchina virtuale Windows e si fa puntare Internet Explorer a quel particolare sito. L’opzione è utile sia per l’utente generico, visto che alcuni siti ancora non vengono digeriti bene dal browser Apple, sia in particolare per gli sviluppatori web.
Infine, uno dei punti più interessanti di Parallels Desktop 8 è il suo supporto ai display Retina. Ciò che conta non è che la piattaforma di virtualizzazione possa mostrare i suoi elementi d’interfaccia ad altissima risoluzione, ma che lo staff di Parallels abbia fatto un grosso lavoro di ottimizzazione degli elementi d’interfaccia anche di Windows. In pratica, una istanza di Windows virtualizzata con Parallels Desktop su un Mac con display Retina diventa essa stessa un sistema operativo ad alta risoluzione. Valgono per Windows le stesse considerazioni fatte per OS X su display Retina: l’utilizzo di un’interfaccia molto più “incisa” rende il lavoro davanti al monitor decisamente più gradevole. Vale la pena sottolineare che questo adattamento di Windows alla risoluzione HiDPI è una peculiarità propria di Parallels Desktop, mentre Fusion 5 adotta una strada diversa che non arriva agli stessi livelli di qualità grafica. Chi virtualizza altri sistemi operativi su un Mac con display Retina non vedrà invece differenze grafiche in favore di Parallels Desktop: l’ottimizzazione è stata portata avanti solo per Windows.


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