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Design Context Digital Review, la piattaforma digitale per i progettisti

Mancano meno di e due settimane al varo ufficiale di Design Context Digital Review, non una rivista, non un sito, ma, come spiega l’editore Alessandro Lolli, una ”piattaforma digitale dedicata al mondo del progetto”, nella quale il concetto editoriale classico si unisce alle sperimentazioni proprie del mondo blog e social.
Verrà lanciata nella notte dell’8 aprile, in occasione del Salone del Mobile di Milano, e vuole fin nella sua concezione proporsi come esperienza multilivello, nella quale tutti i linguaggi assumono dignità e rilevanza.

Per Maurizio De Caro, che ne detta la linea editoriale, ”Design Context vuole analizzare le possibilità e contesti del progetto. Sarà una piattaforma internazionale, in italiano e in inglese, e avrà al centro la progettazione, intesa nel senso più ampio del termine”.
Un punto di partenza per ulteriori sperimentazioni future, che De Caro non vuole in alcun modo intendere come ”alternativa definitiva alla carta stampata”.
È, semmai, la concretizzazione di un bisogno forte di nuovi contenitori, ”nella libertà che la rete ci dà”.
Per questo De Caro più che della nascita di una rivista preferisce parlare del ”concepimento di una rivista”, il cui design nn è ”spurio rispetto ai contenuti”.

Forte sarà l’attenzione al linguaggio.
Se si parte dal principio che l’architettura non è degli architetti, ma rappresenta la quinta esistenziale del mondo, una iniziativa culturale che pone al centro il progetto deve avere non solo una sua ”densità” importante, ma anche ”accessibilità immediata e diretta” per tutti.

Laddove tradizionalmente i contenuti erano schematizzati, in questa nuova accezione ciascuno potrà essere conduttore. Così Design Context Digital Review sarà rivista e quotidiano, con frequenti aggiornamenti, sarà luogo di condivisione, nel quale confluiranno esperienze e opinioni differenti, sarà luogo di dialogo, anche se è chiara l’intenzione di ”non farne un social network generalista” ma di mantenere chiara la presenza di una struttura redazionale.
Tutti i linguaggi saranno esplorati, dal testo, alle immagini, ai video: per ogni argomento sarà importante scegliere la forma migliore per raccontarlo.

La rivista valorizzerà anche la progettualità che viene dalle scuole o da chi non ha ancora necessariamente raggiunto la notorietà: l’obiettivo è la ”popolarizzazione” senza mai perdere di vista né l’identità, né l’autorevolezza, tralasciando, semmai, gli aspetti più frivoli legati agli eventi, per tornare a una dimensione più etica del fare e del progettare.

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