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Apple iCloud

Dimenticando il passato, iCloud è un servizio online di Apple gratuito per tutti gli utenti con dispositivi dotati del sistema operativo iOS 5 o Mac con OS X 10.7 Lion. Pur offrendo la possibilità a chi disponeva di un abbonamento MobileMe a pagamento di trasformare il proprio account in uno iCloud gratuitamente (prassi che diventerà obbligatoria da settembre 2012), il servizio non funziona con i precedenti sistemi operativi mobili o per computer.

Un account iCloud può essere indipendente (creato da zero), convertito da uno MobileMe o derivato da uno iTunes Store: in quest’ultimo caso i dati d’accesso resteranno quelli precedenti ma potremo creare un nuovo indirizzo e-mail @me.com aggiuntivo. Se abbiamo un dispositivo iOS 4 o un computer con Mac OS X Snow Leopard, dopo il passaggio da MobileMe a iCloud “ufficialmente” non avremo modo di accedere alla nostra casella di posta elettronica o alla sincronizzazione di contatti e calendari.

Alla base di iCloud vi è una casella di posta elettronica @me.com e uno spazio dati condiviso da 5 GB. Condiviso perché utilizzato anche per conservare la rubrica, i calendari, gli eventuali backup online dei dispositivi iOS, i documenti iWork e delle altre applicazioni legate al servizio creato da Apple (allo stato attuale pochissime). A differenza di MobileMe e del precedente .Mac, il nuovo iCloud non offre infatti uno spazio remoto per conservare i propri file ma permette alle singole applicazioni di caricare documenti che saranno poi utilizzabili dalla medesima applicazione anche su altri dispositivi legati allo stesso account. Se, ad esempio, un gioco consente di conservare su iCloud impostazioni e progressi delle nostre avventure su iPhone, e questo funziona anche su iPad, potremo continuare a giocare, senza dover ricominciare dal primo livello, anche dal tablet di Apple. La stessa cosa avviene per la suite iWork e le applicazioni iOS: i documenti possono essere modificati da diversi dispositivi e sono accessibili anche dal sito iCloud.com.

Anche se in teoria la cosa dovrebbe coinvolgere anche il mondo Mac, al momento Pages, Numbers e Keynote per OS X non si legano in alcun modo al servizio cloud offerto dall’azienda di Cupertino e, via web, è possibile esclusivamente visionare e scaricare i documenti lì contenuti. L’unico legame reale tra iCloud e un Mac, oggi, è tra il Rullino Fotografico dell’iPhone e l’applicazione iPhoto: abilitando lo Streaming foto, quando lo smartphone è sotto copertura Wi-Fi le immagini vengono condivise con la nuvola e successivamente trasferite sul computer con iPhoto. Peccato che, tipicamente, si è sotto copertura Wi-Fi proprio quando si è a casa con il proprio Mac a portata di mano, quindi la comodità esiste ma è relativamente limitata.
iCloud è estremamente sicuro proprio perché nessuna applicazione può accedere ai dati di un’altra, ma questa eccessiva salvaguardia si tramuta in uno svantaggio rispetto ad altre soluzioni. Se, ad esempio, creiamo un documento con Pages e lo vogliamo modificare con un’altra applicazione l’operazione non è possibile, se non esportando il file e importando successivamente con l’altra applicazione (su iOS auto-inviandoci un’e-mail e scegliendo con quale App aprire il documento appena ricevuto). Con il futuro sistema operativo OS X 10.8 Mountain Lion le cose dovrebbero cambiare, almeno in parte. Anteprima, TextEdit e altre applicazioni integrate nel sistema operativo supporteranno nativamente iCloud, ma il problema persiste: un documento registrato all’interno dello spazio iCloud di TextEdit è disponibile esclusivamente con la stessa applicazione su altri Mac legati al proprio account iCloud.


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