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Un caso reale

Innanzitutto si tratta di far arrivare al T-Amp i file digitali senza ulteriore perdita di qualità, quindi scartiamo l’ipotesi di un semplice cavetto analogico (ad esempio il Monster Cable Jack), in quanto il segnale in uscita dal Mac continuerebbe a essere convertito in analogico dalla scheda audio. Occorre un DAC che, collegandosi all’uscita USB, prenda in consegna i file musicali e li trasformi in segnale analogico immediatamente fuori dal computer. Con un costo davvero esiguo per le prestazioni offerte abbiamo acquistato l’interfaccia audio USB esterna con DAC UD-10.1 di Trends Audio (in Italia con Audio Azimuth).
 
Unico problema: per ascoltare musica in questo modo, il Mac deve essere per forza vicino al sistema audio, cosa non sempre possibile per spazi e ingombri. Ma se nel mobiletto delle elettroniche hi-fi ci piazziamo un bel Mac mini, magari usato, i problemi di spazio (e i costi…) sono brillantemente superati, a patto di usare Leopard come sistema operativo. A questo punto si tratta solo di configurare adeguatamente il tutto.

Per il setup si collega il Mac mini al televisore oppure a un monitor e gli si danno i parametri di rete per renderlo visibile a tutti i computer della casa. Si riavvia il mini e, utilizzando il comando Vai > Network dal Mac principale, ci si collega al “piccolo” , che potremo pilotare da remoto grazie al comando Condividi schermo (sul Mac mini bisogna attivare la Condivisione schermo nel pannello Condivisione delle Preferenze di Sistema).

Dal pannello Suono delle Preferenze di Sistema del Mac mini si seleziona il DAC, che viene subito rilevato. Nel caso del Trends Audio, è meglio che sia alimentato dalle batterie ricaricabili in dotazione (durano 8 ore): la performance sonora migliora sensibilmente. Ora non resta che costruire la propria libreria di file musicali di qualità e individuare il software di esecuzione, ovviamente iTunes. I file FLAC, però, non vengono letti dal software Apple; per questi ci siamo orientati su Cog, un software spartano che esegue praticamente tutti i formati audio (Ogg Vorbis, Mp3, FLAC, Musepack, Monkeys Audio, Shorten, Wavpack, AAC, Apple Lossless e altri ancora) e consente una minima gestione delle playlist.

Naturalmente gli utenti abituali di iTunes potranno avvantaggiarsi della proverbiale flessibilità con cui il programma di Apple permette di condividere e gestire brani musicali di ogni tipo (per il FLAC si può eventualmente cercare su Internet qualche plug-in di fortuna).
Una volta in esecuzione, iTunes permette agevolmente di riprodurre la libreria o determinate playlist di altri Mac della rete locale domestica: per trasformare il Mac mini nel juke-box di casa basta aprirne le preferenze del programma (iTunes > Preferenze), selezionare il pannello Condivisione e spuntare la casella Cerca librerie condivise. Naturalmente i Mac in rete che fungono da sorgente devono a loro volta eseguire iTunes con la casella Condividi la mia libreria sul network locale attiva.

Ma in caso di player diversi da iTunes, come caricare la musica? La condivisione tra Mac rende l’operazione un gioco da ragazzi, come i drag&drop più classici. Per i più esperti, i comandi da Terminale che consentono il trasferimento dei file sono molteplici e anche più veloci. Immaginiamo inoltre che un buon conoscitore di AppleScript e Automator possa automatizzare la maggior parte delle operazioni.
In pochi minuti e a costi umani, ecco a nostra disposizione un sistema molto efficiente di condivisione per tutta la musica digitale presente in casa. Unico limite, la disponibilità di spazio di storage, che con il tempo si può incrementare con dischi esterni.

Una nota finale va alla qualità, il vero punto di forza della soluzione prospettata: non state ascoltando musica dal computer, state ascoltando musica sic et simpliciter, così come per tutto il secolo scorso hanno cercato di farcela sentire dal grammofono in poi, vale a dire con quanta più approssimazione possibile alla musica dal vivo. È così che si potranno notare i vantaggi e i progressi nell’arte di riprodurre l’audio.

Quella descritta è solo una delle tante configurazioni possibili per la fruizione della musica liquida: torneremo sull’argomento con ulteriori approfondimenti riguardanti l’integrazione del Mac con soluzioni di server e player musicali.

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