Home Apple Test - Canon Ixus 240HS

Test – Canon Ixus 240HS

La connettività Wi-Fi è l’elemento distintivo delle due ultime arrivate della longeva serie di fotocamere Canon IXUS che ha le sue radici al crepuscolo della pellicola: la 510 HS e la 240 HS oggetto di questa prova. Le due fotocamere differiscono essenzialmente per la risoluzione effettiva del sensore, rispettivamente 10,1 e 16,1 megapixel, e per l’obiettivo, uno zoom ottico 12x (28-336 mm) per la 510 HS e un 5x (24-120 mm) per la 240 HS. Per il resto, le due fotocamere offrono praticamente le stesse funzionalità e quanto vedremo in seguito a proposito della IXUS 240 HS si applica anche alla IXUS 510 HS. La linea richiama quella classica delle fotocamere della serie IXUS con uno spessore ridotto a circa due centimetri, fattore questo che le rende perfettamente tascabili.

Tutto con le dita
Come per la maggior parte delle compatte Canon più recenti, il funzionamento della fotocamera è controllato tramite il display touch screen che occupa quasi interamente la parte posteriore della fotocamera. Il display ha un rapporto d’aspetto di 16:9 e, quando si seleziona il rapporto standard di 4:3 per le foto, le due bande laterali sono occupate dalle icone delle diverse impostazioni la cui disposizione può essere personalizzata, eventualmente aggiungendo quelle di uso più frequente, ad esempio la regolazione della sensibilità che diventa così più a portata di dita.

La IXUS 240 HS permette di scattare anche immagini con rapporto d’aspetto 16:9 e 3:2, ma in questo caso le icone coprono parzialmente le immagini, cosa che non accade con l’altro rapporto d’aspetto di 1:1.
Gli unici comandi “fisici” presenti sono il pulsante di scatto (circondato dalla minuscola ghiera che permette di regolare lo zoom), il pulsante d’accensione, il pulsante di riproduzione e un selettore che permette di scegliere fra la modalità normale o Smart Auto. Nel secondo caso, la fotocamera attiva tutti gli automatismi di cui è dotata, selezionando le migliori impostazioni di scatto fra ben 58 scene differenti. Ad esempio, quando si scatta una foto a un neonato che dorme, la funzione Face ID individua il soggetto, il flash viene disinserito e l’esposizione regolata per dare all’immagine un aspetto più luminoso. Se viene identificato un bambino di età superiore ai due anni, la fotocamera attiva automaticamente la modalità Servo AF in previsione di un movimento.

 Un’altra particolarità della IXUS 240 HS è la regolazione del bilanciamento del bianco multi-zona che dovrebbe servire a compensare la differente composizione cromatica delle luci, tipicamente quella del flash incorporato con quella dell’ambiente, funzionalità che non si è però dimostrata sempre efficace.

Il tutto è reso possibile dal processore di nuova generazione Digic 5 che svolge anche un ottimo lavoro nel ridurre il rumore presente nelle foto scattate con i valori di sensibilità più elevati: la granulosità causata dal rumore è tutto sommato accettabile e soltanto la nitidezza ne risente leggermente. Una maggiore possibilità di controllo sul risultato è possibile disattivando la modalità Smart Auto: in questo caso si può scegliere fra una ventina di impostazioni predefinite differenti, compresa quella denominata Programma che permette di compensare l’esposizione, controllare il modo di funzionamento del flash integrato, regolare anche manualmente il bilanciamento del bianco e altro ancora.

Funzioni creative
Già in fase di ripresa è possibile applicare alle foto una serie di elaborazioni alle immagini, che vanno dal controllo della nitidezza limitato ai toni dell’incarnato all’effetto fotocamera giocattolo, con un’evidente vignettatura e tonalità neutre o tendenti al verde o al blu. Abbastanza utile l’effetto Flou per sfocare leggermente le immagini, dosabile su tre diversi livelli, mentre con l’effetto fish-eye si ottiene la deformazione tipica delle ottiche supergrandangolari.
Anche l’effetto miniatura, che può essere utilizzato per riprendere nitidamente solo una fascia orizzontale o verticale di larghezza variabile, fa parte del corredo di filtri messi a disposizione dalla IXUS 240 HS e, come tutti gli altri, può essere sfruttato durante la ripresa di filmati, riproducibili poi con velocità accelerata di 5, 10 o 20 volte. Sul fronte opposto, oltre a permettere la ripresa di video fino al formato Full HD a 24 frame per secondo (fps), la fotocamera è in grado di effettuare riprese al rallentatore, con una cadenza di 120 fps in formato 640 x 480 pixel o 240 fps a 320 x240 pixel. Durante le riprese, l’esposizione viene continuamente regolata automaticamente ed è possibile utilizzare anche lo zoom.

Trasferimenti senza fili
Le immagini registrate sulla scheda di memoria possono essere inviate a un iPod touch, iPhone o iPad sfruttando la connettività Wi-Fi integrata nella fotocamera, anche direttamente, senza cioè che dispositivo iOS e fotocamera siano connessi a un punto d’accesso comune. L’applicazione necessaria, Canon CameraWindow, si scarica gratuitamente dall’App Store, e sono sufficienti poche semplici operazioni per stabilire il collegamento. Il trasferimento delle immagini può essere controllato dalla fotocamera o dal dispositivo iOS, sullo schermo del quale si possono visualizzare le fotografie contenute nella scheda fino a un massimo di 500. Gestendo l’operazione dalla fotocamera è anche possibile ridimensionare le foto nei formati 1.600 x 1.200 o 640 x 480 pixel. Dopo il trasferimento, le foto possono essere salvate nella libreria immagini del dispositivo iOS o inviate direttamente su Facebook.
Con la stessa App è possibile trasferire anche i filmati realizzati con la IXUS 240HS a un dispositivo iOS con la limitazione della durata massima a due minuti e l’esclusione di quelli registrati in modalità Full HD. Impostando la modalità di registrazione iFrame, la stessa utilizzata da iMovie per OS X e corrispondente a un formato delle immagini di 960 x 540 pixel, si può comunque contare su una qualità più che accettabile. Inoltre, i filmati fino al formato 1.280 x 720 o inferiore possono anche essere elaborati con iMovie per iOS e il progetto può essere poi trasferito a un Mac. L’unico problema è che attivando la connessione Wi-Fi, l’assorbimento d’energia è abbastanza elevato e si rischia quindi di scaricare rapidamente la minuscola batteria che alimenta la fotocamera.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche
css.php