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Realizzare video per You Tube

Realizzare contenuti ad hoc per YouTube
Affrontiamo ora il tema della produzione di contenuti specifici per YouTube, un argomento vastissimo e in continua evoluzione: per questa ragione forniremo qui alcune linee guida e indicazioni di massima che serviranno a orientare la creatività per ottenere effetti il più possibile efficaci. Il processo di realizzazione di un qualunque contenuto video che si voglia caricare su YouTube (escludendo le trasmissioni video in diretta, funzione da poco aggiunta e non disponibile per tutti) può essere articolato in una serie di passaggi, che consistono in:
– una fase di ideazione e progettazione (può essere anche di pochi secondi – il tempo, ad esempio, di togliere il cellulare dalla tasca per riprendere quello che sta succedendo davanti ai nostri occhi – ma può durare anche ore o giorni, in cui si progetta e si definisce con precisione quello che si vuole realizzare);
– una fase di ripresa, nella quale si realizzano le riprese con telecamera, cellulare, tablet o con un altro dispositivo;
– una fase di montaggio (chiamata anche post-produzione), che consiste nell’elaborare il video registrato, ad esempio tagliando scene, inserendo titoli, transizioni ecc. Questa fase può anche essere ridotta al minimo o venire saltata del tutto, quando, ad esempio, si carica il video immediatamente su YouTube, senza averlo montato.

Tale scansione in fasi la si ritrova in realtà nella produzione di un qualunque contenuto video, anche non destinato a YouTube. Ogni fase, a sua volta, può articolarsi in più passaggi, come mostrerò di seguito. Al riguardo segnalo che, nella documentazione di YouTube, è presente una sezione, chiamata “L’angolo dei creativi”, dove è possibile trovare alcuni suggerimenti per le varie fasi (http://www.youtube.com/t/creators_corner).

Fase di ideazione e progettazione
In questa fase iniziale occorre innanzitutto identificare l’obiettivo (o gli obiettivi) che si vogliono raggiungere con il video: intrattenere? Informare? Insegnare? Promuovere? ecc., e quindi decidere quale dovrà essere la struttura narrativa del video stesso, cioè la sua trama, i protagonisti ecc. In questa fase è molto utile guardare quanto realizzato da altri, anche semplicemente per farsi venire in mente spunti, idee ecc. Sul web si trovano anche liste di idee e di spunti per nuovi video che può essere utile consultare; si consideri, ad esempio (purtroppo solo in lingua inglese), http://video-creativity.blogspot.it/2009/08/project-ideas.html. Una volta concepita un’idea, occorre sgrossarla, cercando di individuare con maggiore precisione lo stile che dovrà avere il video e la sua struttura narrativa, magari realizzando un semplice storyboard. Proponiamo un esempio tratto dal canale YouTube del Comune di Cesena, in Romagna. Questo Comune ha infatti da tempo avviato un portale web, chiamato “Cesena dialoga”, che presenta una serie di strumenti online, tra i quali un canale YouTube, per dialogare con i cittadini e fornire loro informazioni. In occasione delle forti nevicate che hanno colpito la Romagna per quasi due settimane nel febbraio 2012, il Comune ha iniziato a realizzare e caricare sul proprio canale alcuni video per aggiornare i cittadini sulle precipitazioni straordinarie che stavano avvenendo e per cercare di mostrare l’efficacia dei provvedimenti adottati dall’amministrazione, come ad esempio richiedere l’intervento degli alpini, dell’esercito, di spalaneve speciali ecc. Lo stile di questi video, frequenti nei giorni della nevicata (si consideri che, fino a quel momento, ne erano stati pubblicati una cinquantina in tre anni circa di attività), è semplice, tale da richiedere poco tempo di realizzazione, ma di qualità dignitosa: le riprese erano nel complesso abbastanza curate nei movimenti di camera e nella luce (meno buono era l’audio), e i video presentavano talvolta anche interviste e una titolazione. Consideriamo uno di questi video, come ad esempio quello del 12 febbraio 2012 “Stazione: Alpini al lavoro per fronteggiare l’emergenza neve” (http://youtu.be/xS1AVFe4_S8). Si consiglia di guardare tale video per meglio seguire quanto si dirà di seguito.

Per realizzare tale video si sarà seguita una scaletta simile alla seguente:
– ideazione del tema del servizio: gli alpini che operano presso la stazione di Cesena;
– identificazione a grandi linee di ciò che dovrà essere incluso nel servizio: immagini degli alpini che operano presso la stazione; un’intervista a un alpino ecc.
– realizzazione delle riprese sul posto: riprese del contesto, ad esempio dell’area della stazione, dei mucchi di neve, del treno che arriva ecc. Sono state effettuate anche delle riprese con la telecamera tenuta bassa, a pochi centimetri dal suolo, passando in mezzo alle trincee realizzate in mezzo alla neve per farne meglio risaltare l’altezza. Realizzazione di un’intervista che mostra un alpino che spiega il lavoro che si sta facendo (la domanda non viene esplicitamente enunciata e l’intervistatore non è ripreso);
– fase di post-produzione: il video è stato montato, ed è stata inserita una titolazione iniziale.

Il risultato è un video della durata di 3,14 minuti, che presenta per più della metà della sua durata immagini degli alpini che lavorano, senza commento audio ma utilizzando semplicemente l’audio ambientale; al centro del video è stata collocata l’intervista, della durata di circa un minuto e mezzo.

Si tratta di un video economico dal punto di vista della produzione (è sufficiente una sola persona per fare le riprese e un’intervista di questo tipo) e il cui montaggio non risulta complesso, a condizione di avere effettuato riprese di buona qualità, come è stato fatto. Lo stile assomiglia in parte a quello di un servizio videogiornalistico (titolazione iniziale che illustra il contenuto del video e intervista), ma rispetto a un puro stile giornalistico il video presenta, per un’ampia parte della sua durata, riprese con i soli suoni ambientali, senza commento, finalizzate a mostrare ai cittadini l’altezza della neve e la sua quantità. Tali riprese senza commento possono senz’altro risultare interessanti per un cittadino, che può così vedere nel dettaglio la quantità di neve caduta e il lavoro svolto dagli alpini. Si sono dunque mostrati i vari passaggi, presentati in precedenza, per realizzare un video di tale tipo. La stessa sequenza può essere utilizzata per produrre innumerevoli tipologie di video, anche se potrà variare la complessità delle varie fasi. Per un video come quello mostrato, la fase di ideazione risulta semplice; per video quali, ad esempio, uno spot aziendale, la complessità può aumentare notevolmente, fino a livelli paragonabili alla realizzazione di un prodotto cinematografico.

Nella fase di progettazione del video può risultare utile realizzare uno storyboard, cioè delle sequenze disegnate che mostrano le varie inquadrature e che, tramite commenti, forniscono indicazioni relative al suono, all’illuminazione ecc.

Quando si parla di realizzazione di video generalmente si identificano tre modelli di produzione: amatoriale, semiprofessionale e professionale. Tali modalità vengono differenziate in base alle attrezzature utilizzate: telecamere, software ecc. amatoriali, semiprofessionali, professionali. Secondo un’interpretazione letterale di questa divisione, chi fa uso di telecamere amatoriali può realizzare solamente video amatoriali, e così di seguito. Senza voler negare l’importanza delle attrezzature e dell’equipaggiamento, tuttavia su YouTube quello che fa la differenza, che rende cioè professionale un video non è tanto l’attrezzatura, ma la competenza della persona, la sua sapienza, la sua conoscenza dei linguaggi video e delle dinamiche della rete. La parola “professionale” rimanda a professione, mestiere: quello che si fa risulta efficace se si ha un guadagno, un ritorno, anche se non necessariamente in termini economici. Per realizzare qualcosa di professionale occorre ragionare su quello che si sta facendo, progettare con attenzione. A volte, vedendo video che hanno milioni di visite e che appaiono così ingenui e casuali, si può pensare che basti un niente per attirare visitatori: niente di più sbagliato! Spesso i video che sembrano ingenui e casuali in realtà sono ben studiati, ma anche quei video davvero girati quasi per caso e che hanno raggiunto milioni di visualizzazioni sono in realtà una piccolissima parte dell’insieme dei video presenti su YouTube. Le persone più accorte che hanno raggiunto la celebrità con video girati quasi per caso, senza fini di successo, hanno poi in molti casi cercato di sfruttare e investire in maniera accorta e ragionata la celebrità raggiunta. Il caso forse più celebre al mondo è quello del video “Charlie bit my finger – again!” (http://youtu.be/_OBlgSz8sSM). Howard Davies-Carr, residente in Inghilterra, nel 2007 caricò su YouTube un video dei suoi due figli piccoli, nel quale si vede Charlie che morde il dito al fratellino Harry. Il video durava 56 secondi.

Il padre caricò il video su YouTube per mostrarlo a un parente che si trovava allora negli Stati Uniti: dal momento che il video era troppo pesante per essere inviato via email, utilizzò YouTube per mostrarglielo (la storia è ben riassunta in http://en.wikipedia.org/wiki/Charlie_Bit_My_Finger). Il caricamento su YouTube venne fatto, come il padre stesso racconta, senza prevedere quello che sarebbe successo nei mesi seguenti: decine, centinaia, migliaia di persone iniziarono a vedere il video su YouTube e a condividerlo, tanto che oggi risulta il sesto video più visualizzato su YouTube di tutti i tempi, con più di 450.000.000 di visualizzazioni. Tale successo non previsto è stato, tuttavia, sfruttato in maniera senz’altro accorta dai genitori, che ne hanno fatto un vero e proprio brand: nel canale vengono ora pubblicati video dei figli che crescono e anche tali video hanno ottenuto svariati milioni di visualizzazioni; si vendono inoltre magliette, è stata realizzata una app per l’Apple App Store ecc.

Il fatto di esporre dei bambini minorenni in tale modalità è senz’altro discutibile (pur con l’autorizzazione dei genitori); quello che è importante, tuttavia, evidenziare in questo celebre caso è che su YouTube, per essere professionali, nulla va lasciato al caso, e anche dove l’imprevisto ha un ruolo importante occorre saperlo poi valorizzare e investire al meglio. Lo scopo di questo libro non è mostrare come raggiungere milioni di visualizzazioni con un singolo video, bensì come imparare a usare lo strumento per realizzare un servizio che attiri e interessi costantemente nel tempo le persone, tramite una serie di contenuti che inneschino relazioni e interazioni. Per questo motivo occorre essere professionali, sapere cioè ragionare e riflettere in tutte le fasi di produzione del video – ideazione, riprese e post-produzione -, evitando la casualità e l’improvvisazione superficiale. Detto questo, si può anche parlare di attrezzature ed equipaggiamenti, distinguendoli per comodità (ma solo per tale caratteristica) tra amatoriali, semiprofessionali e professionali, tenendo sempre presente che è possibile realizzare video dall’esito professionale anche utilizzando una webcam se lo si fa a ragion veduta. Inoltre va tenuto presente che in un’ottica di professionalità occorre sempre valutare il rapporto tra investimento e ritorno: se si spendessero decine di migliaia di euro per realizzare un video che riuscisse anche a raggiungere un milione di visualizzazioni su YouTube, il ritorno complessivo potrebbe tuttavia non essere sufficiente a giustificare la spesa, e quindi, nel complesso, non si potrebbe parlare di successo dell’iniziativa. Quindi occorre sempre tenere presente il rapporto investimento/ritorno quando si intende lavorare con YouTube. Nel caso, ad esempio, di una piccola azienda, è meglio procedere per piccoli passi, ricorrendo in partenza ad attrezzature semiprofessionali piuttosto che fare investimenti eccessivi il cui ritorno potrebbe non essere affatto scontato.

Utilizzare un equipaggiamento amatoriale
Un equipaggiamento amatoriale è costituito da strumenti dal basso costo, il che solitamente comporta come svantaggio una qualità minore delle immagini, dell’audio ecc., fattori il cui peso può comunque venire limitato cercando di trarre il meglio da quanto si ha a disposizione. Le tecnologie amatoriali offrono, a loro volta, vantaggi importanti, come la rapidità, la semplicità di utilizzo e un tocco di genuinità nei video prodotti.

Telecamera e altri strumenti
Un equipaggiamento amatoriale si basa attualmente sull’utilizzo di telecamere digitali di fascia bassa il cui costo si aggira sui 200-300 euro. Le principali case produttrici possiedono linee di modelli di fascia bassa che oggi registrano per lo più su memoria interna di tipo flash, su scheda e talvolta su hard disk, anche se sempre meno su quest’ultimo supporto. Ad esempio, Canon offre alcuni modelli della serie Legria che vanno da poco meno di 200 a circa 300 euro, i quali possiedono caratteristiche che li rendono utilizzabili per un gran numero di applicazioni; tali modelli permettono la registrazione digitale su schede di memoria SD, la possibilità di registrazione in formato 16:9, hanno dimensioni estremamente ridotte, sono equipaggiati con stabilizzatore d’immagine ecc.

I modelli di fascia bassa attualmente in distribuzione possiedono caratteristiche che fino a pochi mesi fa erano proprie dei modelli semiprofessionali. Una pecca va tuttavia segnalata in questa evoluzione: mentre, fino a quattro-cinque anni fa, i modelli di telecamere di fascia bassa offrivano quasi sempre un ingresso per connettervi un microfono esterno, con il tempo questa funzionalità è andata sparendo, rimanendo solo nei modelli di fascia più alta (in qualche raro caso la si trova ancora in modelli più economici, ad esempio nella Canon FS 200, in alcuni modelli JVC ecc.). In questo caso l’evoluzione tecnologica ha fatto perdere un’importante funzionalità, insostituibile per ottenere un audio di qualità nel caso, ad esempio, di interviste in ambienti rumorosi, dove il microfono integrato della telecamera difficilmente riesce a essere efficace. Si possono considerare equipaggiamento amatoriale anche le telecamere di cellulari, smartphone, tablet e le webcam. In alcuni casi smartphone e tablet possiedono telecamere incorporate che permettono di registrare video con elevata risoluzione, ad esempio l’iPhone 4S può registrare video full HD a 1080p, a 30 frame al secondo. Queste telecamere possiedono l’indubbio vantaggio della portabilità e della rapida disponibilità; tuttavia, rispetto alle telecamere stand alone di cui abbiamo parlato poco fa, possiedono minori funzionalità e la qualità del video e dell’audio ottenuti risulta solitamente più bassa.

Un equipaggiamento amatoriale solitamente non include sistemi d’illuminazione (con sempre maggiore frequenza, tuttavia, si incontrano telecamere di fascia bassa dotate di un faretto che può risultare utile quando si realizzano interviste in ambienti scarsamente illuminati). In molti casi si può comunque ovviare alla mancanza di faretti sfruttando al meglio l’illuminazione disponibile, naturale o artificiale, posizionando correttamente le inquadrature. Un equipaggiamento amatoriale non prevede solitamente microfoni esterni per la registrazione del suono, e quindi la registrazione avviene utilizzando il microfono integrato della telecamera, del cellulare, del tablet ecc.

Alcune telecamere di fascia bassa, come si è detto, dispongono di un ingresso dove è possibile collegare un microfono esterno. Anche utilizzando microfoni esterni amatoriali, del costo di circa 20-30 euro, si possono ottenere risultati assai migliori, rispetto all’uso del microfono integrato, quando si fanno interviste e registrazioni di conferenze. Per quanto riguarda l’attrezzatura amatoriale, è importante disporre di un treppiede: con poco più di una sessantina di euro, è infatti possibile acquistare treppiedi di fascia bassa, che, tuttavia, permettono di ottenere riprese assai più stabili che non tenendo la telecamera con le proprie mani. Un treppiedi, anche economico, è uno strumento del quale non si può fare a meno in tutte quelle situazioni in cui occorre effettuare riprese di una certa durata da un punto fisso: ad esempio, registrazioni di conferenze, seminari ecc. Il cavalletto è anche fondamentale per eseguire riprese a telecamera fissa per i videoblog: grazie a esso si può posizionare con facilità la telecamera nella migliore inquadratura per poi registrarsi.

Software di montaggio
Anche per quanto riguarda il software di montaggio (il montaggio viene chiamato in inglese video editing, per cui si parla anche di software di video editing), un equipaggiamento amatoriale si appoggia per lo più a software gratuito o dal costo limitato, tramite il quale è possibile realizzare le principali operazioni di editing sul video.
Tra i software gratuiti di utilizzo più diffuso vanno citati Windows Live Movie Maker e Apple iMovie. Entrambi i software sono installati di default nei rispettivi sistemi operativi, Windows e Mac OS, e permettono di svolgere le operazioni basilari di montaggio e anche qualcosa di più. I limiti maggiori riguardano la gestione dei formati video e, ovviamente, la mancanza delle funzioni avanzate di editing, che offrono invece i software commerciali.

Windows Live Movie Maker
Microsoft Windows Live Movie Maker (che, nelle versioni precedenti a Windows 7, si chiamava invece Windows Movie Maker) è un’applicazione di montaggio video non lineare (vedere glossario) che Microsoft fornisce gratuitamente: Windows Movie Maker veniva installato di default insieme a Windows e si trovava negli Accessori; con Windows 7, invece, Windows Live Movie Maker va installato scaricando gratuitamente il pacchetto Windows Live Essentials di cui fa parte e che comprende anche altre utility Microsoft, ad esempio per la gestione delle foto ecc. Il pacchetto può essere scaricato dalla pagina http://windows.microsoft.com/en-US/windows-live/movie-maker-get-started ed è disponibile anche in lingua italiana.I requisiti di sistema sono sostanzialmente quelli di Windows 7: occorre un computer equipaggiato con un processore di almeno 1,6 Ghz di clock, con un GB di memoria RAM e una scheda video che supporti almeno DirectX 9, oltre a sufficiente spazio sul disco rigido per memorizzare i filmati. L’interfaccia del programma è molto semplice da utilizzare (nel passaggio da Windows Movie Maker a Windows Live Movie Maker è stata resa ancora più intuitiva).

Come vari altri software di montaggio, l’interfaccia si basa sulla modalità storyboard, rendendo possibile collocare le varie scene nell’ordine temporale e integrarle con una traccia audio, effetti e altri elementi. Utilizzando la guida in linea del programma, è possibile imparare a utilizzarlo in tempi molto rapidi. Il programma permette di importare sia file d’immagine (ad esempio, foto) sia file video in svariati formati, tra cui WMV, MOV, AVI, MPEG ecc. (la lista completa si trova qui: http://windows.microsoft.com/en-US/windows-live/movie-maker-file-types-faq). Tramite Windows Live Movie Maker è anche possibile importare direttamente video da una webcam collegata al computer: in questo modo diventa possibile montare con facilità e rapidità contenuti destinati, ad esempio, a un videoblog.Per quanto riguarda le possibilità di esportazione, il programma permette solamente l’utilizzo del formato WMV, seppure con differenti impostazioni che rendono possibile l’esportazione sia in alta definizione sia a definizioni più basse. Nel complesso, Windows Live Movie Maker rappresenta una soluzione senz’altro adatta alla realizzazione di video destinati a YouTube; tra le funzionalità va segnalata anche la possibilità di caricare un video su YouTube direttamente dall’interfaccia del programma.

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