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Il mondo della pubblicità online protesta contro Safari di iOS 11

C’è stata una levata di scudi da parte del mondo della pubblicità online contro le novità che Apple ha pronte per Safari nelle versioni di iOS 11 e macOS High Sierra. In una lettera aperta che è stata pubblicata da AdWeek, le principali organizzazioni internazionali collegate all’advertising online mettono in evidenza che il funzionamento di Safari minerà le fondamenta di diverse meccaniche nella gestione dei contenuti pubblicitari via web.

Prevedibilmente la posizione del mondo della pubblicità online è che questa evoluzione è negativa per gli utenti perché impedirà ai gestori di contenuti di innovare e porterà a una navigazione del web più anonima. Le opinioni in merito possono essere diverse.

Il nocciolo della questione è una funzione di Safari definita Intelligent Tracking Prevention. In effetti è nota già da tempo, quindi la reazione della comunità della pubblicità online appare un po’ tardiva, anche se iOS 11 sarà disponibile dal 18 settembre. In estrema sintesi, ITP impedisce di fare il cosiddetto retargeting dei contenuti pubblicitari in maniera indiscriminata, impedendo cioè il proliferare di annunci online che si adeguano a ciò che abbiamo consultato su siti precedenti a quello in cui ci troviamo.

Il sistema si basa sulla gestione dei cookie, in particolare sulla possibilità che un sito web ha di consultare i cookie creati da un altro. Come i siti possono condividere contenuti generici, possono in teoria condividere anche i cookie. In questo modo ad esempio il sito di un quotidiano “vede” che abbiamo visitato in precedenza il sito del produttore A e in particolare abbiamo consultato informazioni sul prodotto B, quindi può presentare pubblicità online mirata su quel prodotto. Anche semplicemente le offerte di Amazon, per dire.

Apple ritiene che l’utilizzo indiscriminato dei cookie “condivisi” sia negativo per la privacy degli utenti e vi ha posto un freno con Intelligent Tracking Prevention. In estrema sintesi il principio di fondo è che Safari permetterà a un sito di vedere i cookie creati da altri siti solo se il primo è un sito che l’utente visita frequentemente, per la precisione deve essere stato visitato nelle ultime 24 ore. In caso contrario il sito può vedere il cookie solo per eseguire un login – quindi niente pubblicità online con retargeting – e solo se è stato visitato negli ultimi 30 giorni. Oltre questa soglia temporale non vedrà nemmeno le informazioni di login.

Al mondo della pubblicità online ovviamente non interessa cosa fa Safari desktop, che ha una quota di utenti molto bassa. Il punto chiave è Safari mobile, che genera una percentuale significativa (negli USA praticamente la metà) del traffico online da tablet e smartphone.

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