Home È fondata la polemica sui nuovi MacBook Pro? Ecco perché (forse) no

È fondata la polemica sui nuovi MacBook Pro? Ecco perché (forse) no

La presentazione dei nuovi MacBook Pro è stata una delle più criticate degli ultimi anni ed è difficile non considerare questo accenno di frattura tra il “popolo Mac” da una parte e dall’altra una Apple che viene sempre più spesso accusata di pensare solo a iOS e di abbandonare i Mac. Accusa peraltro curiosa se consideriamo che proprio in questa fase è il mercato a credere nel valore intrinseco dei computer con la Mela.

Ma l’utente Mac medio si è trovato davanti un MacBook Pro con un cartellino del prezzo pesante in proporzione alla generazione precedente, con processori che appaiono vecchi (anche se sono nuovi per i Mac portatili) e solo un elemento di vero spicco: la Touch Bar, che come molte innovazioni ha convinto ma anche lasciato perplessi (anche ad arte). La domanda implicita di molti utenti è “dove stiamo andando a parare?”. L’omissione di Apple sta nel non dirlo chiaramente e nemmeno accennarlo, anche se potrebbe e se le questioni sul tavolo sono diverse.

Il ruolo del personal computer

Philip Schiller ha probabilmente ragione quando dice all’Independent che i nuovi MacBook Pro è “il miglior notebook mai fatto, ma potrebbe non essere quello giusto per chiunque subito”. Sbaglia semmai a non articolare il concetto spendendo due parole in più per spiegare chi allora ne sia l’utente ideale. È una spiegazione che va ben oltre la semplice presentazione di un modello di computer perché comprende anche una questione più generale: chi è l’utente di un Mac, oggi e nel prossimo futuro?

macbook-pro-leakNella “narrazione” di Apple sembra mancare questo pezzo. Sembra perché Apple in realtà lo dice con la storia del Mac riassunta durante l’evento di lancio, con l’invito “Hello again” e persino con la sua pubblicità. Manca semmai il monologo alla Steve Jobs che riassuma la visione di Apple in poche frasi che restano nella mente.

Il punto, e diversi commentatori ora lo sostengono a freddo dopo le polemiche, è che l’utente Mac si appresta a diventare comunque “pro”. Per questo i nuovi MacBook Pro non sono tanto l’evoluzione dei vecchi quanto una nuova proposta per un mercato che cambia. Una volta c’erano i Mac consumer e quelli per i professionisti, nel giro di poco tempo il semplice fatto di usare un Mac sarà un elemento di caratterizzazione “pro”. Non necessariamente nel senso di professionista, ma di chi ha bisogno di andare oltre il “computer di base” che invece sarà un tablet, nel migliore dei casi per Apple sarà un iPad Pro.

Il problema al cuore dei Mac

Un’altra questione importante su cui Apple oggi glissa elegantemente, forse anche troppo, è che Intel non riesce a innovare i suoi processori con la stessa frequenza di prima e privilegia computer diversi dai portatili da “power user”. Steve Jobs non faceva invece mistero della sua insoddisfazione sul mancato sviluppo delle CPU PowerPC che poi portò al passaggio proprio a Intel.

Apple non è che possa farci molto. Il suo obiettivo è presentare i suoi prodotti come i migliori nella fascia di mercato in cui si colloca, con prezzi di conseguenza. Per gli smartphone, i tablet e gli smartwatch può farlo anche grazie ai processori A o S (o T, o W) che progetta da sola. Per i Mac non può fare altrettanto.

helloagainIntel ha le sue ragioni per privilegiare le CPU da ultrabook alla MacBook Retina – che non a caso è il portatile più aggiornato da Apple negli ultimi due anni – e i processori da prodotti di fascia media che Apple non fa (i classici portatili da 599 euro). Tutto il resto, dove però si trovano le CPU che interessano i tradizionali utenti Mac, viene dopo e in questa fase si tradurrà in prodotti veri solo nel primo trimestre 2017.

Tutto torna

Quindi sì, Schiller fa bene a rivendicare la qualità dei nuovi MacBook Pro. Fa meno bene a non contestualizzare la valutazione: è il meglio che si può fare pensando a chi usa i Mac e ai processori che ci sono in questa fase del mercato.

Chi usa i Mac deve avere prodotti comunque di qualità perché deve essere produttivo e investe a lungo termine. Questo ora costa, anche se magari tra qualche mese i prezzi scenderanno. Se il prezzo ci sembra davvero troppo alto forse non è un Mac che ci serve. O almeno così sembra pensarla Apple.

Purtroppo la fase del mercato tecnologicamente non aiuta. Aspettare le nuove CPU quad-core Kaby Lake per annunciare nuovi Mac desktop e magari qualche nuovo MacBook Pro sarebbe stata una scelta tecnologicamente più azzeccata, forse, ma l’annuncio di fine ottobre, che già molti consideravano al limite del tempo massimo, sarebbe slittato almeno di altri tre mesi. Allora altro che critiche ad Apple, sarebbe stata una vera sollevazione popolare digitale.

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