Il motivo principale per cui Apple ha lanciato i MacBook Pro di fine 2016 dotandoli dei vecchi processori Intel di sesta generazione Skylake è che quelli di settima generazione Kaby Lake erano disponibili solo nelle loro versioni più semplici e meno potenti. Abbastanza per i superleggeri e i cosiddetti 2-in-1, a cui però Apple non è interessata avendo già iPad Pro, e giusto per un nuovo MacBook, che probabilmente vedremo verso marzo-aprile, ma non per altro.
Ora Intel ha colmato la lacuna e al CES 2017 ha lanciato una corposa gamma di nuovi processori Kaby Lake, in pratica le versioni rinnovate di quasi tutti i modelli Skylake. Tutti i nuovi annunci sono di interesse per gli utenti Apple perché queste nuove CPU sono ciò che serve per arrivare a nuovi Mac. Vediamo di capirci qualcosa di più.
Capire le CPU
Le varie linee dei processori Intel sono identificate tecnicamente da una lettera, mentre le indicazioni Core m/i 3/5/7 sono più che altro brand che indicano sommariamente la potenza elaborativa dei processori. A essere pignoli sono indicazioni che non bastano: non è detto, ad esempio, che un Core i7 sia sempre meglio di un Core i5.
Tra gli annunci del CES 2017 ci sono diverse linee di processori: versioni dual-core della serie U, che vanno bene per i portatili; versioni quad-core della serie H, adatti ancora per i portatili; modelli dual e quad-core delle linee S, T e K, destinati ai desktop. Apple è potenzialmente interessati a diverse di queste CPU.
I processori della serie U hanno due core e gestiscono sino a quattro thread di elaborazione. Non sono popolarissimi nel mondo PC ma saranno probabilmente al centro dei prossimi MacBook Pro da 13 pollici. La potenza è adeguata per i carichi di lavoro medi e l’inclusione della nuova generazione della grafica Iris – denominata Intel Iris Plus – dovrebbe portare un buon miglioramento per la parte appunto grafica.
Quad-core e MacBook Pro: l’attesa è finita
Con l’arrivo delle CPU Kaby Lake della linea H termina la lunga attesa di nuovi processori quad-core per portatili. Finalmente si possono dotare i MacBook Pro di processori allo stesso tempo potenti e aggiornati. Una buona notizia, ma non proprio per tutti.
Non c’è da nascondersi dietro un dito e la domanda è ovvia: chi ha già acquistato un MacBook Pro da 15 pollici cosa deve pensare? Molto dipenderà da Apple, per la precisione da quando deciderà di integrare le nuove CPU nei portatili. A Cupertino gestiranno questo aggiornamento probabilmente come un semplice “speed bump” senza particolare clamore (è già successo in passato).
Se accadrà presto – in primavera – chi ha comprato un MacBook Pro da 15 pollici in questi mesi potrebbe pensare di avere avuto fretta. Se accadrà più tardi – in autunno – gli utenti saranno più contenti ma Apple sarà di nuovo in ritardo sull’evoluzione tecnologica di Intel. Noi punteremmo sull’aggiornamento in primavera.
Tornando ai processori, la linea H comprende vari modelli quad-core che coprono le gamme Core i5 e i7. Sono tutti dotati di grafica Iris Graphics 630 e potenzialmente integrabili nei portatili Apple, affiancati o meno da una scheda grafica autonoma.
Il rilancio dei desktop
Sospiro di sollievo anche per i potenziali nuovi Mac desktop, che probabilmente saranno iMac. Per il mondo desktop Intel ha lanciato i processori delle linee S, T e K. Quelli siglati K non interessano Apple perché la loro caratteristica principale è la possibilità di overclock. Probabilmente anche le CPU siglate T non saranno usate a Cupertino perché hanno il vantaggio di consumare meno dei processori standard, ma da questo punto di vista Apple preferisce integrare nei desktop direttamente CPU da portatili. O preferiva, visto che era una scelta fatta specialmente per il Mac mini.
Restano i processori “non siglati” che comunemente vengono indicati anche da Intel come S. Apple potrebbe concentrarsi sui modelli Core i5 e Core i7: quattro core per entrambi i tipi ma due thread per core nel caso degli i7. La frequenza operativa spazia intorno ai 3,5 GHz, sono tutti processori con grafica integrata e quindi adatti agli iMac “medi”.
Per gli iMac “top” andrebbero meglio le versioni con frequenza operativa più elevata di 3,8 (Core i5) e 4,2 (Core i7) GHz, da affiancare a una scheda grafica separata per gestire meglio i display ad alta risoluzione.
Prevedere i nuovi iMac è facile, difficile immaginare altro in campo desktop. Un paio di processori Kaby Lake Xeon ci sono ma non granché prestanti, quindi l’aggiornamento del Mac Pro secondo i canoni ordierni appare improbabile. Per il Mac mini c’è abbondanza di possibili soluzioni, resta da vedere se Apple è ancora interessata a portare avanti la linea.