Home Apple Ma ci si può davvero fidare dell'Apple Touch ID e del Secure...

Ma ci si può davvero fidare dell’Apple Touch ID e del Secure Enclave?

Il processore A7 che equipaggia il nuovo iPhone 5S
di Apple include la cosiddetta Secure Enclave, una funzionalità che
viene utilizzata per memorizzare, in forma cifrata, le informazioni raccolte
durante le operazioni di scansione delle impronte digitali degli utenti.

L’approccio che Apple ha adottato con la Secure Enclave è
certamente nuovo nel suo genere e probabilmente è destinato a rimanere
l’innovazione di più grande interesse tra quelle presentate e che per molti
osservatori non hanno provocato l’atteso “effetto wow“.

L’iPhone 5S utilizza un processore ARMv8 “alias” A7
che è stato messo a punto dagli ingegneri di ARM insieme con Apple e che poggia
per la prima volta su di un’architettura a 64 bit. L’abbandono dei 32 bit
rappresenta un passaggio importante perché permette di avere prestazioni
migliori anche se i miglioramenti non saranno evidenti, ancora, per un bel po´
di tempo, fintanto che le varie applicazioni non saranno opportunamente
ricompilate.

Per creare l’area Secure Enclave, comunque, Apple aveva
bisogno di un processore che fosse stato realizzato tenendo presente il
concetto di crittografia a livello nativo nonché di hardware dedicato che
permettesse di dialogare con un’area ben recintata costruita all’interno
dell’architettura del processore stesso.

La tecnologia che è alla base della Secure Enclave fu
oggetto di anni di studio. Solo tre anni fa, Apple – insieme con alcuni partner
– arrivò a definire il funzionamento di TrustZone/SecurCore, la
tecnologia dalla quale è stata poi fatta derivare, più recentemente, Secure
Enclave
.

I dettagli operativi di Secure Enclave non sono
ovviamente noti, soprattutto per ciò che riguarda l’hardware impiegato da Apple.
I tecnici della Mela escludono infatti che possano essere compiuti attacchi
efficaci nei confronti della tecnologia appena presentata perché ciò
richiederebbe approfonditi interventi sull’hardware anche soltanto per tentare
di accedere al contenuto della Secure Enclave.

Apple ritiene che la Secure Enclave possa divenire il
punto di riferimento per una più sicura gestione dei pagamenti in mobilità. E
pur spiegando che al momento non sono fornite API per gli sviluppatori, i
portavoce dell’azienda chiariscono che la distribuzione di un pacchetto
destinato ai programmatori che vorranno interagire con la Secure Enclave
sarà comunque rilasciato nei prossimi mesi.

Cosa ne pensano i ricercatori sul livello di sicurezza garantito
dal nuovo iPhone 5S?

Secondo il conosciuto hacker Dino Dai Zovi, Apple avrebbe
lavorato molto bene, ultimamente, sulla sicurezza dei suoi dispositivi. Zovi
sostiene che i dati memorizzati su un iPhone 4S, protetto con una password
complessa, sono come in cassaforte.

Quanto alla Secure Enclave e alla tecnologia Touch ID per
il riconoscimento delle impronte digitali, Zovi suggerisce agli utenti di
aspettare e di non affidarsi ciecamente alle nuove tecnologie di Apple ma di
prediligere, almeno per il momento, per la protezione dell’iPhone 5S,
l’utilizzo di una buona parola chiave che sia quindi sufficientemente
complessa. Il senso del commento di Zovi è chiaro: lasciate che i ricercatori
possano analizzare con cura il funzionamento della tecnologia Touch ID portando
a galla eventuali lacune.

Considerato comunque che metà dei possessori di un iPhone non
protegge neppure il suo dispositivo utilizzando il codice a quattro cifre,
spiega ancora Zovi, Touch ID può comunque rivelarsi una buona soluzione. “Se
il Touch ID sprona un sempre maggior numero di persone a proteggere i loro
dispositivi, è comunque una vittoria
“.

Di recente lo stesso CEO di Yahoo,
Marissa Mayer, aveva pubblicamente ammesso di non utilizzare alcuna forma di
protezione e quindi alcuna password per difendere il contenuto del suo iPhone.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche
css.php