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CES 2015, meno computer più gadget

La nota saliente dell’ultimo Ces è il definitivo ingresso di molte tecnologie finora da gadget all’interno di più ampi sistemi di vita quotidiana come elettrodomestici, case ed auto.

In particolare l’Internet delle cose entra negli oggetti di tutti i giorni, così come le nuove tecnologie di puntamento o scelta.

Se elaborazione e connessione entrano nei device, allora escono dal pc, in parte restando nello smartphone (ma per quanto?). Come sempre accade nei periodi d’integrazione, la confluenza di molte innovazioni rende difficile la catalogazione: ecco la nostra scelta.

Automotive

La lista delle Case automobilistiche presenti al Ces è lunghissima: Audi, Bmw, Chevrolet, Chrysler, Elio, Ford, GM, Hyundai, Mazda, Mercedes, Renovo, Tesla, Toyota e Volkswagen; Qualcomm ha mostrato la sua soluzione su Android su una Cadillac e quella sull’opsys proprietario Neutrino su una Maserati.

Per gran parte, le innovazioni riguardano l’auto che parcheggia o guida da sola, la Lte-connected car o in accessori di controllo quali smartwatches o caschi (Bmw, Audi).

Con l’aiuto di Panasonic Tesla ha aperto la Gigafactory, una fabbrica avanzatissima nella quale “ci aspettiamo di produrre mezzo milione di auto all’anno dal 2017 al 2020”, ha detto John Taylor, Ceo di Panasonic. Attualmente Tesla produce circa 35 mila auto all’anno. L’azienda che deve il nome al genio di Nikola Tesla ha rivoluzionato la produzione, e così a modo loro cercano di fare anche Elio (minicar a 6.800 dollari) e Renovo, la supercar elettrica da 500 mila dollari tra l’altro equipaggiata con chip Tegra X1 per l’infotainment a bordo.

Anche Ford crede molto nelle possibilità delle nuove auto connesse e nella tecnologia proprietaria AppLink, anche se “gli utenti sono proprietari dei loro dati”, ha dichiarato Mark Fields, Ceo dell’azienda, aprendo ufficialmente il fronte della privacy e del diritto legacy sul software dell’auto. Sempre più i produttori di auto ed altre elettromeccaniche sono di fatto editori o distributori di software.

Volkswagen ha annunciato che in quest’anno adotterà sia Apple Carplay sia Android Auto.

Interessante anche Gold R Touch, l’interfaccia che interpreta alcuni gesti per controllare l’auto, ovviamente possibile solo con la speciale 3D camera.

Su Android Auto planerà anche Blackberry con Bbm, la sua piattaforma di messaging. John Chen, Ceo di Blackberry, ha annunciato al Ces un grande impegno verso l’IoT.

Nuove interazioni

L’adozione di videocamere 3D anche in auto ci porta ad un altro settore nel quale la tecnologia è oggi inserita in device di uso generale e non in gadget specifici.

Portare Minority Report nella realtà di tutti i giorni è l’obiettivo di Intel RealSense, un sistema di controllo della voce e dei gesti. Oltre che in una quantità di nuovi dispositivi tecnologici a partire dai droni, RealSense verrà usato anche in azienda, dove si attende Ava, il robot dedicato alla telepresenza sviluppato in partnership con Cisco. L’azienda ha inoltre lanciato Curie, un chip a nanoconsumo ideale per IoT e wearables.

Il riconoscimento dei gesti tipici dei touchscreen sta passando dai videogiochi ad altri ambienti, e quella inaugurata dal Kinect non è la sola tecnologia valida: al Ces, Elliptic Labs ha introdotto la Multi Interaction Layer Technology, che interpreta gesti tramite una lettura ad ultrasuoni.

Passando dall’auto alla casa, continuano senza sosta le innovazioni per controllare l’ambiente domestico con lo smartphone. Molte le novità proposte all’interno della piattaforma Apple HomeKit, spesso complete di interfaccia vocale Siri. La serratura Schlage Sense apre la porta, gli adattatori per connected home Insteon Hub ed Incipio Direct gestiscono interruttori ed ingressi e la musica è generata dal deejay controller Casio e trasmesso alla cuffia Sennheiser. Ma quella di Apple non è certo l’unica piattaforma di questo tipo.

Parlando di cuffie, Emotiv ha reso industriale Insight, una cuffia che rileva le onde cerebrali e le usa per comandare attuatori elettrici e meccanici: sulla carta è ideale per tante applicazioni, come ben sanno molti maker che hanno realizzato prototipi analoghi.

Cresce l’ecosistema di dispositivi per realtà immersiva. Oculus ha mostrato il prototipo del nuovo prototipo, Crescent Bay; Razer ha lanciato il developer’s kit per il suo visore.

Anche Hp è entrata nel settore con Zvr, monitor olografici sui quali è possibile interagire direttamente con gli oggetti mostrati in 3d. Frutto di una collaborazione con zSpace, gli operatori s’interrogano sulle effettive possibilità commerciali di questo mercato finora non rivelatosi mainstream.

L’Internet of Things parla Hangul

Samsung scommette sull’Iot, e con lei Lg, su un asse che parla la stessa lingua. “E’ oggi la maggior possibilità di nuovo fatturato, ma c’è necessità di un approccio aperto e di collaborazione tra produttori per sviluppare un ecosistema completo”, ha detto Boo-Keun Yoon, Ceo di Samsung, anticipando che entro il 2017 il 90% dei prodotti dell’azienda che rappresenta saranno connessi; “Samsung sarà aperta e nel 2015 investirà 100 milioni di dollari nella comunità di sviluppatori”, ha completato.

Lg dal suo canto punta molto sul WebOs, il sistema operativo dei suoi nuovi Tv che sta sbarcando anche sul polso, con la concreta possibilità che sostituisca Android Wear. “Potremmo usare WebOs in altri prodotti IoT”, ha anticipato Skott Ahn, Cto di Lg, “mantenendo la comunicazione con Android e iOS”. Anche per HomeChat, la piattaforma di connected home, Lg si attende una forte crescita.

Per ora le associazioni volte alla standardizzazione comprendono Oic (Open Interconnect Consortium), che annovera Intel, Samsung, Atmel, Dell, Broadcom e Wind River, e AllSeen Alliance, con Qualcomm, Lg, Microsoft, Cisco ed Htc. Quest’ultima sembra un po’ più avanti, visto che al Ces ha rilasciato l’AllJoyn Gateway Agent, software specifico per implementare funzioni standard.

E tra le lingue dell’IoT c’è anche l’italiano di Circle Garage. Il suo wearable, Hiris, è completamente diverso da tutti gli altri: a giudicare dal video, Hiris si mette al braccio o sulla gamba e raccoglie informazioni di movimento del corpo, permettendo di riutilizzarle sia su dispositivi collegati -al limite altre persone-, sia una volta registrati i movimenti. Cg è una una startup innovativa genovese accettata dall’incubatore I3P del Politecnico di Torino.

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