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ARKit: la realtà aumentata di Apple richiede processori potenti

Alla WWDC 2017 sono stati messi in evidenza gli annunci legati allo sviluppo per la realtà virtuale, non è però un mistero che Apple creda molto di più al successo delle applicazioni di realtà aumentata. La realtà virtuale fa tendenza e ha sicuramente più impatto mediatico, ma le soluzioni di realtà aumentata hanno già dimostrato efficacia in vari ambiti e rappresentano già un mercato da non sottovalutare.

Così, aspettando gli ipotetici smart glass di Apple di cui si parla per il 2019, Apple ha lanciato concretamente ARKit, la sua piattaforma per lo sviluppo di applicazioni iOS con funzioni di realtà aumentata. È dalle caratteristiche di ARKit che possiamo derivare qualche dettaglio su cosa aspettarci per il prossimo futuro (ARKit richiede iOS 11 e Xcode 9).

Apple spiega che ARKit permette di rilevare i movimenti dei device iOS attraverso un approccio denominato Visual Inertial Odometry: combina i dati di movimento rilevati come al solito via CoreMotion, quindi soprattutto dall’accelerometro, con le informazioni derivate da come varia l’inquadratura della telecamere di un iPhone o un iPad.

Il limite di ARKit è che richiede processori mobile di generazione recente: almeno un A9 e meglio un A10. Solo questi processori hanno, spiega Apple, le prestazioni “che permettono una comprensione rapida della scena e di realizzare contenuti visivi dettagliati da sovrapporre alla scena reale“.

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